Chiesa dei Servi - Comune di Forlimpopoli (FC)

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Chiesa dei Servi

Nella seconda metà del XV secolo, i Padri dell’Ordine dei Servi di Maria danno avvio ai lavori di costruzione di un nuovo edificio chiesastico e dell’annesso convento nel luogo ove sorgevano l’Ospedale e l’annesso oratorio della Confraternita dei Battuti Neri. Questi ultimi, infatti, offrono ospitalità ai religiosi, giunti a Forlimpopoli presumibilmente nel 1488 su invito del predicatore Bonaventura Tornielli del convento dei Servi di Forlì. La costruzione della nuova chiesa, iniziata nel 1489, si potrae per lungo tempo e si conclude, presumibilmente, intorno al 1525. L’edificio, a pianta quadrangolare, ha una superficie uguale all’attuale ma di esso si hanno scarse notizie. Successivamente, nel 1707, i religiosi decidono di ammodernare la chiesa impostando sulla muratura esistente otto possenti pilastri che conferiscono all’aula un impianto circolare e hanno la funzione strutturale di sostenere l’imponente copertura ellittica. La chiesa viene a poco a poco dotata di un ricco apparato decorativo finché, in seguito alle soppressioni napoleoniche, nel 1797, i Padri dell’Ordine dei Servi abbandonano definitivamente chiesa e convento.
Se all’esterno, pur nell’estrema semplicità e sobrietà della muratura in laterizio, sono ancora visibili le tracce delle trasformazioni occorse nei secoli (si noti lungo Via Sendi il bel portale a ogiva con motivi ornamentali in cotto afferente all’oratorio quattrocentesco), l’interno sorprende il visitatore per la ricchezza degli apparati decorativi. Lungo le pareti si aprono sei altari ornati di stucchi e opere d’arte di pregio; si susseguono a partire da destra: l’altare di San Pellegrino Laziosi, l’altare del Ss.mo Crocifisso (con Crocifisso ligneo del XVIII secolo), l’altare dell’Addolorata, l’altare della Madonna del Rosario (decorato con quindici piccoli ovati opera del pittore forlivese Antonio Fanzaresi), quindi l’altare del Sacro Cuore di Gesù. In ultimo si può ammirare l’altare dell’Annunciazione in cui è allocata l’omonima pala di Marco Palmezzano (1533). Sulla porta d’ingresso è sistemato l’organo con portelle decorate dal pittore forlivese Livio Modigliani (1576). Lungo la parete orientale si apre la cappella maggiore con un bell’altare marmoreo del XVI secolo. Sulle pareti laterali, sono collocate due grandi tele della fine del XVI secolo, raffiguranti La strage degli Innocenti (a destra) e Il miracolo del Monte Amiata (a sinistra). Sul fondo, l’abside semicircolare è ornata da stucchi e pitture settecentesche; di gran pregio il coro ligneo, con intagli e intarsi, realizzato nel 1726. A lato del presbiterio, infine, si apre la Cappella del Cuore Immacolato di Maria, già dei Sette Santi Fondatori, fatta erigere dai Battuti Neri nel 1634 e da essi utilizzata come oratorio fino al 1679, anno in cui la Confraternita viene definitivamente allontanata da questo luogo. Le graziose decorazioni che ornano la piccola volta e le due lunette sono opera del pittore forlimpopolese Paolo Bacchetti (1848-1876). Qui è custodita, entro una teca, la predella d’altare attribuita a Marco Palmezzano (o alla sua bottega).

(testo di Silvia Bartoli)

 

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Chiesa dei Servi, esterno (foto E. Filippi - Camerachiara)

Chiesa dei Servi, la pala dell'Annunciazione di Marco Palmezzano (foto E. Filippi - Camerachiara)

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